sabato 16 marzo 2013

Legge 190/2012: approvate le Linee Guida per la redazione del Piano Nazionale Anticorruzione

Il 12 marzo 2013  il comitato dei ministri per la lotta alla corruzione (composto dai Ministri dell'Interno, della Giustizia e della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi) ha elaborato le Linee di Indirizzo per la Predisposizione del Piano Nazionale Anticorruzione.
Come previsto dall' art.1, commi 3 e 4 della legge 190/2012, le Linee di Indirizzo saranno di supporto al Dipartimento della Funzione Pubblica per la Predisposizione del Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.), al quale le singole amministrazioni pubbliche dovranno far riferimenti, per adottare i propri Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione.

1. La funzione e i contenuti del Piano Nazionale Anticorruzione.
Le "Linee di Indirizzo" (consultabili sul sito della CIVIT) sono un documento di sole sette pagine, approvate certamente di fretta da un Governo "uscente" che ormai è definitivamente "alla porta" (ad attendere il nuovo governo che forse è in ritardo o forse mai arriverà). Sette pagine che, nel loro piccolo, chiariscono i "punti fermi" delle future politiche anticorruzione.

Innanzitutto, le Linee di Indirizzo ribadiscono che "con l’approvazione della Legge n. 190 del 2012, l’ordinamento italiano si è orientato, nel contrasto alla corruzione, verso un sistema di prevenzione". Quindi, anche se la politica e i media si sono concentrati soprattutto sugli aspetti "repressivi" della legge (modifiche al codice penale, "nuova" concussione per induzione, corruzione fra privati, ecc ...), il cuore della legge sta nei suoi strumenti di prevenzione, cioè il P.N.A. e i Piani Triennali di Prevenzione

Il P.N.A. "rappresenta lo strumento attraverso il quale sono individuate le strategie prioritarie per la prevenzione ed il contrasto della corruzione nella pubblica amministrazione a livello nazionale". Il P.N.A è uno strumento per il miglioramento continuo nel tempo delle politiche anticorruzione, in quanto "non si configura come un’attività compiuta, con un termine di completamento finale, bensì come un insieme di strumenti finalizzati alla prevenzione che vengono via via affinati, modificati o sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione."

Il P.N.A. dovrà definire:
a) le Linee Guida, per indirizzare le pubbliche amministrazioni nella prima predisposizione dei rispettivi Piani Triennali;
b) i modelli standard delle informazioni e dei dati, per la trasmissione in via telematica dei Piani al Dipartimento della funzione pubblica ;
c) i criteri  di rotazione dei dipendenti e dei dirigenti nei settori particolarmente esposti alla corruzione;
d) le misure per evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli di incarichi nominativi in capo ai dirigenti pubblici, anche esterni;
e) il ruolo del Dipartimento della funzione pubblica, nel processo di elaborazione dei dati trasmessi e di verifica adozione dei Piani
f) le modalità di accesso della CIVIT al contenuto dei Piani Triennali;
g) il contenuto dei piani formativi per i responsabili anticorruzione nelle diverse pubbliche amministrazioni, da estendere, a regime, a tutti i settori delle amministrazioni;

2. Le linee guida per la predisposizione dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione.
Le Linee Guida per la predisposizione dei Piani Triennali negli enti pubblici dovranno essere, secondo la Commissione, il contenuto di maggiore rilevanza del P.N.A. Tali Linee Guida dovranno:
  • promuovere l’effettiva e tempestiva adozione dei Piani da parte di tutte le amministrazioni, nonché il loro aggiornamento annuale e, comunque, ogni qual volta emergano rilevanti mutamenti organizzativi dell’amministrazione;
  • assicurare un contenuto minimo dei Piani Triennali, che corrisponda all'obiettivo ineludibile dell’individuazione preventiva delle aree maggiormente esposte al rischio della corruzione (mappatura del rischio);
  • consentire alle diverse amministrazioni pubbliche di adeguare il contenuto del Piano alle specifiche funzioni amministrative svolte e alle specifiche realtà amministrative;
  • differenziare le linee guida quanto ai loro destinatari: linee guida più stringenti, quasi direttamente operative, per le amministrazioni centrali (e gli enti da queste controllati); per regioni ed enti locali, linee guide che possano essere recepite e adattate dai detti enti nei propri Piani;
  • rendere le informazioni raccolte nei Piani e le relative strategie di contrasto alla corruzione leggibili secondo linguaggi omogenei, che rendano possibile un’agevole verifica dello stato di attuazione delle politiche anticorruzione nelle singole amministrazioni e una comparazione delle diverse esperienze;
  • indicare meccanismi e criteri per la valutazione dell’adeguatezza dei Piani Triennali, con particolare riferimento ad aree a rischio comuni e generali;
  • promuovere forme di consultazione o incontri con le associazioni e i portatori di interesse, in sede di elaborazione dei Piani e in sede di verifica della sua attuazione;
  • fornire direttive affinché la funzione di responsabile della prevenzione sia svolta secondo criteri di rotazione, compatibilmente con la struttura organizzativa dell’amministrazione;
  • dare raccomandazioni affinché le stazioni appaltanti prevedano negli avvisi, bandi di gara o lettere di invito che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisce causa di esclusione dalla gara (art. 1, comma 17, l. n. 190)
Il P.N.A. dovrà consentire un’attuazione flessibile e differenziata delle linee guida da parte delle pubbliche amministrazioni, individuando le indicazioni ad applicazione generalizzata e le indicazioni rimesse alla discrezionale valutazione delle amministrazioni destinatarie.
In particolare, mentre le procedure di rilevazione e di trasmissione telematica dei dati dovranno essere necessariamente omogenee, secondo modelli standard predisposti dal Dipartimento della Funzione Pubblica, l’individuazione delle attività amministrative maggiormente esposte al rischio di corruzione deve essere rimessa alla differenziata valutazione delle amministrazioni.


Scritto da Andrea Ferrarini (Consulente Modelli Organizzativi ex d.lgs 231/2001)
http://it.linkedin.com/in/andreaferrarini
cell. 3472728727 - andreaferrarini@inwind.it

Nessun commento:

Posta un commento