giovedì 7 febbraio 2013

Legge Anticorruzione: Elaborato dall'ANCI lo scadenzario degli adempimenti per gli enti locali

1. La Legge Anticorruzione nei Comuni

Il 22 gennaio 2013 l'Associazione Nazionale Comuni Italiani ha inviato ai Sindaci una tabella riassuntiva dei nuovi obblighi degli enti locali in materia di prevenzione della corruzione (nomina del responsabile, adozione dei piani anti-corruzione, trasparenza) e delle relative scadenze.

L' ANCI ha precisato che, in attesa degli accordi in Conferenza Unificata relativi all'applicazione dei nuovi obblighi di legge, "la scadenza del 31 marzo 2013 per l'adozione del piano triennale di prevenzione della corruzione non è riferita ai Comuni", ma che "nelle more dell'emanazione di tali provvedimenti, si sottolinea comunque l'opportunità di procedere alla nomina del responsabile della prevenzione della corruzione".

La nomina del Responsabile Anticorruzione è, quindi, il primo atto concreto che i Comuni sono chiamati ad adottare, per adeguarsi alla legge 190/2012. Nei Comuni, il Responsabile deve essere individuato nel Segretario, fatta salva diversa e motivata determinazione. 


2. Responsabile Anticorruzione: le sanzioni
Ai sensi dell’ art.1, comma 12 della legge, se in seno all'amministrazione comunale si verificherà un caso di corruzione (accertato con sentenza passata in giudicato) il Responsabile Anticorruzione potrà subire delle sanzioni disciplinari (da uno a sei mesi di sospensione dal servizio e dalla retribuzione) e rispondere anche per il danno erariale  e  all'immagine  dell’amministrazione. Tutto ciò, se non avrà predisposto, prima della commissione  del  reato,  un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e vigilato  sulla  sua osservanza.
Il meccanismo di sanzioni ed esenzioni sopra esposto definisce una forma di “responsabilità per omesso controllo”, derivante dalla mancata prevenzione di un illecito, che richiama la “responsabilità amministrativa dipendente da reato” introdotta, a carico delle imprese, dal d.lgs. 231/2001.
La legge 190/2012, purtroppo, non fornisce una disciplina transitoria delle sanzioni e delle esenzioni da applicare nel caso in cui, come nel caso dei Comuni, il Responsabile sia stato nominato mai non sia ancora possibile predisporre i Piani Triennali Anticorruzione. Di fatto è probabile che, nell’impossibilità di predisporre il Piano Triennale, il Responsabile sarà esentato dalle sanzioni, qualora dimostri di aver fatto quanto possibile per gestire il rischio di reato.  
Dunque, nelle more dei decreti attuativi e delle intese che renderanno operativi i Piani Triennali nei Comuni, è opportuno che il Responsabile Anticorruzione, una volta insediato, inizi subito ad esercitare parte dei propri compiti, anche per tutelarsi dalle conseguenze di un eventuale episodio di corruzione.  Tali compiti sono stati individuati dalla CIVIT già nel novembre del 2012:  in tale data la CIVIT ha invitato i Ministeri e gli Enti Pubblici Nazionali a nominare “il responsabile della prevenzione della corruzione, per consentire a  tale soggetto di predisporre attività preparatorie e iniziative concrete, in primo luogo, per l’individuazione delle aree a rischio e per l’avvio di formazione specifica del personale”. 
Quanto richiesto alle amministrazioni centrali e agli enti pubblici nazionali vale, per analogia, nei Comuni: anche qui conviene che il Responsabile programmi attività di risk assessment, per individuare le attività a maggior rischio di corruzione e formare il personale impiegato in tali attività.
3. La formazione dei Responsabili Anticorruzione negli enti locali

Per buona parte del 2013, il Responsabile Anticorruzione sarà l’unica risorsa di cui i gli enti locali potranno dotarsi, per contrastare un fenomeno così diffuso, dannoso per la credibilità del settore pubblico e con costi economici elevati  come la  corruzione.
Investire fin da subito nella formazione del Responsabile Anticorruzione può essere una scelta strategica, per favorire politiche di contrasto all’illegalità realmente efficaci, con un guadagno, nel tempo, in termini di miglior utilizzo delle risorse pubbliche e di maggiore eticità nella gestione delle attività dell’ente.
La legge 190/2012 non definisce le competenze che devono essere possedute dal soggetto designato ad essere il Responsabile Anticorruzione: l’art. 1, comma 7 delle legge, infatti, stabilisce solo che, negli enti statali, il ruolo del Responsabile deve essere ricoperto da un dirigente di ruolo di prima fascia già in servizio presso l’ente. E che nei Comuni tale ruolo deve essere, di norma, ricoperto dal Segretario. 
Tuttavia, è chiaro che, per individuare le aree a rischio di corruzione, definire Piani di prevenzione e predisporre la formazione del personale a rischio, il Responsabile deve avere buone competenze nel campo del risk management. 

Si tratta di competenze molto specifiche e poco diffuse anche presso le organizzazioni private, che infatti tendono ad affidarsi a società di consulenza per l’analisi e la gestione dei propri rischi. Cosa che l’amministrazione pubblica non può fare, sia perché comporterebbe costi troppo elevati, sia perché la legge 190/2012 stabilisce che l’elaborazione dei Piani Triennali per la Prevenzione della corruzione non può essere affidata a soggetti estranei all’Ente.

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